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domenica 15 gennaio 2017

Un terzo dei siti naturali UNESCO è in pericolo



Un terzo dei siti naturali UNESCO è in pericolo



Dal parco nazionale di Virunga in Congo, dove resistono i gorilla di montagna, a quello del Lago Malawi, fra bacini lacustri più belli al mondo, sino ad arrivare  alla riserva Selous in Tanzania, tra i più grandi parchi faunistici esistenti ecco alcuni tra i siti naturali patrimonio dell’umanità attualmente minacciati dalla presenza umana.

In totale si tratta del 31% dei siti naturali Unesco, di barriere coralline, parchi nazionali e riserve: ognuno a suo modo, costretto a fare i conti con la ricerca di petrolio, gas e minerali.  Il WWF attraverso un rapporto che evidenzia come il dato risulti sono sempre più in crescita ha lanciato l'allarme.

I siti naturali considerati Patrimonio dell’umanità coprono meno dell’1% della superficie del nostro Pianeta, eppure hanno un valore inestimabile per la conservazione delle specie e per la ricchezza dei loro paesaggi. La protezione di queste aree è fondamentale non solo per gli aspetti economici in quanto garantiscono il turismo, posti di lavoro, promozione e diffusione della cultura spesso, a fronte di contesti di grande povertà – ma anche per far in modo che alcuni tra gli animali più rari del Pianeta non scompaiano per sempre: non soltanto i gorilla di montagna, ma anche i cetacei, le tartarughe marine, gli elefanti africani o i leopardi delle nevi sempre più vulnerabili negli altopiani e nelle vallate dell’Asia centrale


Il problema interessa in particolar modo le aree localizzate in Asia  e in America Latina e caraibica   mentre in Europa e  nel Nord America sono minacciati  il 10% dei siti: tra questi il parco nazionale del Coto Donana nell’estuario del fiume Guadalquivir nella Spagna meridionale, una delle più importanti zone umide del Vecchio Continente a motivo della biodiversità che ospita.

MLince Grassi

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